I lati oscuri dei gatti: da animali domestici a futura specie aliena invasiva
I gatti sono predatori per definizione, e se hai un gatto in casa devi saperlo molto bene. Certo, i felini domestici non vanno spesso in giro a cacciare lucertole, topolini o piccoli uccelli, eppure i loro istinti da predatori sono bene in mostra. Basta giocare con loro con un semplice spago per rendersene conto. Insomma i gatti amano cacciare, ma questo comportamento potrebbe rappresentare un grande problema per l’ambiente. Lo è stato in passato, e potrebbe esserlo anche in futuro. Vediamo perché.
Una biodiversità in declino, secondo le Nazioni Unite
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Un recente rapporto delle Nazioni Unite ha portato alla luce una crisi della biodiversità a livello globale. Secondo il rapporto, infatti, circa un milione di specie animali e vegetali sono prossime all’estinzione. Inoltre, è stata riscontrata una diminuzione media dell’abbondanza delle specie native di almeno il 20% nei principali habitat terrestri. Dai dati raccolti dall’IPBES, che ha redatto lo studio, le principali cause di questo declino sono i cambiamenti nell’uso del suolo e del mare, lo sfruttamento diretto degli organismi, il cambiamento climatico, l’inquinamento e le specie aliene invasive. Come i gatti.
L’impatto dei gatti domestici sulla biodiversità
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Tra le specie invasive, infatti, i gatti domestici occupano un posto di rilievo. L’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura stima in centinaia di milioni gli animali selvatici uccisi ogni anno da questi piccoli predatori, che contribuiscono quindi all’estinzione di numerose specie. I gatti domestici sono predatori opportunisti in grado di cacciare una vasta gamma di prede, fra cui uccelli, mammiferi, anfibi e rettili. In particolare, però, costituiscono un pericolo per le specie più piccole e vulnerabili, come passeriformi e piccoli mammiferi.
E in effetti i dati fanno rivalutare l’impatto dei gatti domestici sulla biodiversità. In Polonia, per esempio, uno studio stima che i gatti uccidano oltre 500 milioni di mammiferi e oltre 100 milioni di uccelli l’anno. In Italia il dato riguarda proprio la biodiversità: i gatti domestici predano almeno 207 specie, 34 delle quali sono elencate come minacciate o quasi minacciate. Il problema è però un altro, oltre a questo: i gatti domestici non hanno bisogno di cacciare per mangiare. Cacciano per istinto predatorio, per gioco, per curiosità, ma finiscono per destabilizzare un ecosistema dal quale non dipendono.
Come ridurre l’impatto dei gatti domestici?
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Esistono diverse azioni che i proprietari di un gatto possono intraprendere per ridurre l’impatto dei propri animali domestici sulla biodiversità. Innanzitutto, è importante tenere il proprio gatto in casa, per quanto possibile. Si tratta della soluzione più efficace per evitare che i gatti vadano a caccia di animali selvatici. Se invece si decide di lasciare il gatto libero di esplorare gli ambienti circostanti, è necessario adottare misure specifiche per non renderlo un predatore. Collarini con campanelli possono rendere il gatto più visibile, mentre le recinzioni al giardino possono impedirgli di uscire. Infine, è sempre bene fornire al gatto un ambiente domestico stimolante, con giochi, tiragraffi e altri elementi che stimolano il suo istinto ma non mettono in pericolo altre specie animali.
Come sarà il gatto del futuro: una specie aliena invasiva?
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Il gatto domestico è già stato in passato una specie aliena invasiva, e ha contribuito a cacciare e far estinguere tantissime specie. Ma cosa riserva il suo futuro? Continuerà a essere una specie invasiva o potrà evolversi in un vero e proprio animale domestico? Non è detto, perché le pressioni evolutive sono diverse e non sono semplici da prevedere o intuire. Certo è che i gatti selvatici saranno portati ad adattarsi agli ambienti in cui vivono, e quindi sviluppare caratteristiche affini. Per quanto riguarda i gatti domestici, invece, poco si può ancora supporre. Ma, a vedere il pericolo che costituiscono per la fauna, basterebbe che iniziassero a cacciare soltanto piume, topini di stoffa e gomitoli di lana, anche nel futuro.