Ai gatti piace davvero la musica? Sì, ma non la nostra

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di Angelica Vianello

24 Luglio 2024

un gatto che riposa su un divano con le cuffie per ascoltare musica attorno alla testa

Melwin Rodriguez/Pexels

I gatti vivono con noi, e inevitabilmente ascoltano la nostra stessa musica, ma gli piace? Reagiscono in qualche modo ad essa? Ci sarà capitato diverse volte di riprodurre brani di ogni genere dai vari dispositivi che usiamo ogni giorno, e magari potremmo aver notato che i gatti a volte non gradiscono, oppure sono indifferenti. Ma sono in grado, i nostri felini, di riconoscere la musica, e di apprezzarne qualche genere in particolare? Uno studio famoso ha dimostrato che sì, i gatti reagiscono a generi specifici di musica.

Lo studio sui gusti musicali dei gatti

Lo studio scientifico più famoso in questo ambito è certamente quello pubblicato nel 2015, da Charles T. Snowdon, David Teie e Megan Savage sulla rivista scientifica Applied Animal Behaviour Science. La ricerca condotta dai tre studiosi aveva rilevato che i gatti dimostrano una preferenza netta per un tipo di musica adatto al loro genere, e non quella degli umani.

Snowdon e Savage, due psicologi dell'Università del Wisconsin, avevano sviluppato una teoria che seguiva un'ipotesi ben specifica: affinché la musica abbia un effetto sulle altre specie, deve avere una frequenza di suono e un ritmo simile a quello che la determinata specie utilizza per comunicare in natura.

Per mettere alla prova tale ipotesi, si erano rivolti al musicista David Teie, un violoncellista solista della National Symphony Orchestra, che da quello studio ha poi potuto creare addirittura un intero progetto online, chiamato proprio "Music for Cats". Il musicista aveva infatti composto musica che seguisse i parametri ipotizzati dagli studiosi, dunque che avesse frequenze e tempo capaci di evocare quelle della comunicazione felina. Così, aveva creato una serie di tracce, quali “Cozmo’s Air,” “Spook’s Ditty,” e“Rusty’s Ballad.”

Allo studio parteciparono 47 gatti domestici: gli studiosi facevano loro sentire le canzoni ideate da David Teie, e poi comparavano la reazione dei gatti rispetto ad altre due tracce musicali, stavolta umane, ovvero i brani di musica classica "Aria sulla quarta corda" di J.S. Bach e l'"Elegie" di Gabriel Fauré.

 

Le preferenze dei gatti in fatto di musica

un gatto steso su un tavolo con degli altoparlanti alle spalle

Diana ✨/Pexels

Da quello studio, emerse chiaramente che i gatti sottoposti al testi musicale dimostravano una netta preferenza per i brani pensati per loro, piuttosto che quelli di musica classica, ai quali anzi rimanevano del tutto indifferenti. In particolare, la "musica da gatti" era particolarmente d'effetto sui cuccioli e sui gatti anziani, piuttosto che sugli adulti di mezz'età.

La musica classica, quindi, quella più tranquilla e prevedibile, distante dai toni concitati e i suoni squillanti o i ritmi affannosi del rock o pop più comune, non è la scelta migliore per i gatti. Infatti, sebbene spesso si senta dire che sia la musica preferita rispetto agli altri generi, ora sappiamo che la "musica per gatti", dai suoni che evocano proprio quello delle fusa come quella di Teie, funziona decisamente meglio.

Nel 2019 un altro studio ha messo alla prova i risultati di Snowdon, Savage e Teie: la Louisiana State University School of Veterinary Medicine ha infatti rilevato che la musica per gatti riduce lo stress degli animali anche nelle cliniche veterinarie.

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