Il cervello dei cani è più piccolo di quello dei lupi, ma è colpa dell’uomo? Risponde la scienza

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di Gianmarco Bonomo

15 Agosto 2024

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I cani sono animali straordinari: noti per la loro fedeltà, tanto da essere definiti i migliori amici dell’uomo, hanno anche notevoli abilità cognitive. Eppure, per lungo tempo si è creduto che il loro cervello fosse più piccolo rispetto a quello dei lupi a causa dell'uomo. D’altronde, la minore pressione evolutiva dovuta alla domesticazione non poteva portare che a questo risultato. Si tratta di un’ipotesi che, di recente, alcuni ricercatori hanno messo in discussione in una serie di studi scientifici.

Il cervello dei cani si è rimpicciolito o ingrandito?

Non è assurdo pensare che la domesticazione del cane possa aver ridotto le dimensioni del suo cervello rispetto ai lupi. Rispetto alla vita in natura, infatti, i nostri amici a quattro zampe affrontano sfide meno complesse e in generale non lottano per sopravvivere. Questa ipotesi non ha però convinto un team di ricercatori ungheresi e svedesi, che già nel 2023 hanno affrontato la questione delle dimensioni del cervello dei cani.

Nel loro studio, pubblicato sulla rivista Evolution, hanno analizzato le scansioni cerebrali di oltre 800 cani di 159 razze diverse. E, nel confronto con le scansioni di 48 lupi, hanno notato qualcosa di inaspettato: in realtà,  le dimensioni del cervello dei nostri amici a quattro zampe sarebbero sì diminuite, ma solo in alcuni casi, mentre in altri sarebbero addirittura aumentate. Certo, questi ultimi cambiamenti sono avvenuti negli ultimi 150 anni e riguardano razze legate ai compiti specifici, per esempio i cani da pastore o i cani da soccorso, ma il discorso è chiaro. La domesticazione non può essere l'unica forza in gioco: come confermarlo però?

L’impatto della domesticazione sulle dimensioni del cervello dei cani

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Due dei ricercatori del 2023 hanno pubblicato anche una nuova ricerca per trovare una risposta definitiva alla questione. Grazie ad uno studio comparativo sulla filogenesi di diversi animali, insomma, hanno cercato di capire se davvero il cervello dei cani si è rimpicciolito o ingrandito nel tempo per via della domesticazione. Quest'ultima è stata un motore evolutivo per molti cambiamenti nei nostri amici a quattro zampe, ma davvero lo è stata anche per il cervello? Questo il commento dei ricercatori:

Abbiamo scoperto che il cane non presenta una firma inequivocabile di singolarità evolutiva per quanto riguarda le sue piccole dimensioni del cervello, poiché i risultati erano sensibili alle considerazioni sui valori dei tratti ancestrali al momento della domesticazione.

Insomma, per capire l'impatto della domesticazione sulle dimensioni del cervello dei cani, è necessario studiare anche gli altri canidi.

Risultati e prospettive

Nel nuovo studio, pubblicato sulla rivista Biology Letters, i due ricercatori hanno analizzato le dimensioni del cervello di 25 specie diverse di canidi. Fra queste, ci sono ovviamente i cani moderni e i lupi, ma anche altre specie più geneticamente prossime ai cani all’inizio della loro evoluzione. Come abbiamo anticipato, i nostri migliori amici non mostrano particolari cambiamenti al cervello, le cui dimensioni rientrano negli intervalli previsti. Ma allora in base a cosa si può parlare di riduzione delle dimensioni cerebrali?

Innanzitutto, abbiamo visto che questa riduzione non interviene in tutte le razze: alcune mostrano addirittura un cervello di dimensioni superiori. In secondo luogo, concludono i ricercatori, la domesticazione non può essere l’unica forza in gioco, ma soltanto una delle tante. Insomma, è indubbio che l’azione umana abbia portato all’origine del cane circa 30 mila anni fa, e continui a selezionare caratteristiche anche oggi. Tuttavia, l’evoluzione dei nostri amici a quattro zampe non si limita a questa, ma risulta molto più complessa di quanto pensiamo.