I cani sanno contare, soprattutto se si tratta degli snack che gli diamo
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Vi è mai capitato di giocare col vostro cane ingannandolo con un gesto che gli facesse pensare che stavate per dargli uno snack? Ebbene, il cane potrebbe ricordarselo molto bene: uno studio ha infatti rilevato che i cani sanno contare, specialmente se si tratta di biscottini e altri snack che gli diamo di solito.
I cani non si fanno ingannare quando si parla di cibo
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I cani sono in grado ci comprendere concetti basilari come i numeri e l'idea di una quantità maggiore o minore. A rivelarlo è stata una ricerca condotta presso la Emory University di Atlanta in Georgia (Stati Uniti), secondo la quale i nostri amici fidati sono sostanzialmente capaci di tenere il conto di piccole quantità di cose, specialmente se si tratta dei biscottini o altri premi e snack che gli diamo.
Insomma, se hanno visto che in mano avevamo tre biscottini e gliene diamo solo uno, poi non possiamo mentirgli dicendo che non ce ne sono più.
Lo studio
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Lo studio, pubblicato in Biology Letters, è stato condotto su un gruppo di 11 cani di razze diverse tramite un apparecchio di risonanza magnetica speciale per fare scansioni del loro cervello, mentre i ricercatori facevano vedere agli animali una serie di immagini di punti di colore grigio chiaro su sfondo nero. La quantità di punti in ogni immagine era variabile, e lampeggiava sullo schermo per solo 300 millisecondi.
In questo modo sono stati in grado di scoprire che la corteccia parieto-temporale, cioè la parte del cervello dei cani che si occupa di elaborare numeri, reagiva al cambiare dei numeri di punti sullo schermo: i cani, insomma, sapevano contare! E nessuno di loro era mai stato addestrato a fare qualsiasi cosa che avesse a che fare con numeri prima. Otto degli undici cani hanno passato questo test, dimostrando di avere un'attività cerebrale simile a quella degli esseri umani nel computare.
Lauren Aulet, una psicologa della Emory University, aveva commentato: "Se noi umani possiamo fare calcoli e capire l'algebra è anche in parte grazie a questa sensibilità di base alle informazioni numeriche, che condividiamo con gli altri animali". La studiosa in particolare si occupa di studiare come noi umani siamo in grado di partire da quella capacità di calcolo semplicissima che mostriamo durante l'infanzia, per poi sviluppare abilità matematiche molto complesse nel tempo. E con uno studio come questo, gli scienziati hanno sempre più motivo di credere che la capacità di capire quantità di oggetti sia una che noi umani abbiamo condiviso con altre specie fin dall'antichità.
Incredibile, non trovate?