Questi gatti vivono su un’isola e non hanno contatti con l’uomo: uno studio vuole capire il loro impatto

Gianmarco Bonomo image
di Gianmarco Bonomo

04 Settembre 2024

Uno dei gatt della colonia felina di Isla Tova, che non ha contatti con l'essere umano

CONICET

Nonostante mantengano molti dei loro comportamenti da predatori selvatici, i gatti sono animali addomesticati ormai da migliaia di anni. Si affezionano a noi, ci fanno compagnia e vivono nelle nostre case. Ecco, forse non proprio: nella provincia del Chubut, in Argentina, c’è una colonia di gatti domestici che vivono da soli su un’isola, senza alcun contatto con gli esseri umani. Di recente, alcuni scienziati hanno deciso di studiare questa popolazione unica al mondo, per comprendere meglio il loro comportamento e il loro impatto sull’ecosistema. Vediamo cos’hanno scoperto!

I gatti di Isla Tova, nel Chubut

Siamo a Isla Tova, una piccola isola al largo della costa argentina. L’isola ospita una colonia di dodici gatti che non hanno mai avuto alcun rapporto diretto con gli esseri umani: si tratta quindi di felini domestici che tuttavia di domestico hanno poco, forse nulla. Infatti, i gatti del Chubut vivono in uno stato selvatico, nutrendosi degli animali del luogo e riprendendo alcuni comportamenti abbandonati con la domesticazione.

Proprio la curiosità verso questa colonia ha spinto alcuni ricercatori dell’Istituto patagonico per lo studio degli ecosistemi continentali ad approfondire la questione. Questi gatti rappresentano infatti un caso unico al mondo, in cui un’intera colonia si adatta nuovamente alla natura e non ha più contatti con le persone né con ambienti domestici. Allo stesso tempo, i ricercatori vogliono capire meglio qual è l’impatto dei gatti, animali alieni e invasivi, sull’ecosistema di Isla Tova e sulla sua biodiversità.

Lo studio dei ricercatori argentini

Vista dall'alto di Isla Tova, in cui la colonia di gatti domestici non ha contatti con l'uomo

Gaston Cuello/Wikimedia Commons - CC BY-SA 4.0

In collaborazione con il Centro per lo studio dei sistemi marini e la Società argentina per la conservazione degli animali selvatici, i ricercatori hanno quindi iniziato a studiare il comportamento dei gatti del Chubut. Uno degli obiettivi dell’indagine era quello di non perturbare in alcun modo la vita di questi animali: pertanto sono state utilizzate fototrappole e raccolti campioni biologici. Queste le parole di Georgina Squartini, principale autrice dello studio:

L’idea è poter vedere in quali aree sono distribuiti, quando sono attivi e quando non lo sono, e vedere se c’è qualche interazione con i pinguini o con altre specie. Il nostro obiettivo è studiare come queste specie sono collegate e quali effetti i gatti hanno in particolare sulle colonie dei pinguini.

In effetti, i gatti sono predatori in grado di esercitare una pressione diretta sulle specie autoctone di un luogo. Detto in altre parole: i felini domestici costituiscono un potenziale pericolo per la biodiversità di un ecosistema, e pertanto vanno osservati con attenzione.

Alimentazione e caccia dei gatti su Isla Tova

I ricercatori argentini mentre predispongono delle fototrappole per studiare il comportamento dei gatti

CONICET

Grazie alle fototrappole e ai campioni biologici raccolti, i ricercatori hanno scoperto come fanno i gatti della colonia di Isla Tova a sopravvivere. Per la maggior parte, la loro dieta è composta da conigli, ma ci sono anche tracce di lucertole, pinguini e altri uccelli del posto. Nel primo caso, non si riscontra un grandissimo problema per la biodiversità: anche i conigli sono stati introdotti dall’uomo. Nel secondo caso il discorso è invece più complesso: non è ancora chiaro se i gatti siano diventati cacciatori attivi o carnivori opportunisti, ma ci sarà tempo per scoprirlo con future indagini.

Insomma, comprendere come vivano i gatti del Chubut è importante per diverse ragioni e a diversi livelli. Innanzitutto, c’è la genuina curiosità sulla vita di un animale domestico ormai adattato ad un ecosistema che non prevede la presenza di esseri umani. In secondo luogo, c’è lo studio delle conseguenze che questo ritorno allo stato selvatico può avere su un ecosistema isolato come quello di Isla Tova. Infine, c’è la preoccupazione per l’impatto di una specie aliena e invasiva sulla biodiversità di un luogo, per il quale sarà fondamentale avere ulteriori dati a disposizione nel futuro. Ma meglio prima che poi.