Quando è stato addomesticato il gatto? E davvero è un animale domestico?
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Nonostante mantengano ancora molti dei comportamenti dei loro antenati, i gatti sono animali da compagnia per tantissime persone. D’altronde, i nostri amici felini sono in grado di dimostrare il loro affetto e, in generale, capiscono più di quanto pensiamo. Eppure, spesso si comportano in modo quasi selvatico, manifestando diffidenza o atteggiamenti predatori, tanto che diventa normale farsi una domanda: quando è stato addomesticato il gatto? E davvero possiamo parlare di un animale domestico? Scopriamolo insieme!
Quando è stato addomesticato il gatto?
Rispetto a ciò che conosciamo sulla domesticazione del cane, sappiamo molto meno su quando è stato addomesticato il gatto. Di sicuro si tratta di un momento relativamente recente nella nostra storia, che deve essere avvenuto fra Mesopotamia, Egitto e Vicino Oriente. In effetti, il rapporto fra esseri umani e gatti è legato ai reciproci vantaggi della loro convivenza: ida un lato, gatti potevano cibarsi dei topi che infestavano i granai; dall'altro, gli umani potevano contare su una minore presenza di animali infestanti.
Parte proprio da questo presupposto una ricerca pubblicata sulla rivista Nature Heredity. I ricercatori hanno studiato il genoma dei felini domestici, arrivando a confermare l’ipotesi dominante su quando è stato addomesticato il gatto. La domesticazione sarebbe avvenuta nella mezzaluna fertile e sarebbe collegata con la transizione dalle società di cacciatori e raccoglitori alle società agricole e stanziali. In particolare, l’uomo addomestica la sottospecie Felis silvestris lybica, da cui discendono tutti i gatti domestici.
Com’è avvenuta la domesticazione del gatto?
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In parte abbiamo accennato al processo che ha portato alla domesticazione del gatto o, meglio, a un fenomeno definito come “autodomesticazione”. In pratica, se con altri animali è stata necessaria una forte azione dell’uomo, sono stati i gatti ad avvicinarsi agli insediamenti degli esseri umani, che li tolleravano per via degli ovvi benefici.
Nel tempo, quindi, gatti e umani hanno instaurato una relazione esclusivamente opportunistica, aspetto che in alcuni casi permane persino oggi. Da questo punto di vista, è innegabile che i felini domestici conservino un certo grado di indipendenza e siano anche in grado di vivere senza gli esseri umani. Lo testimoniano storie come quella dei gatti del Chubut e, in generale, i timori per l’impatto dei gatti come specie aliena e invasiva.
Una domesticazione ancora in corso
Per lunghissimo, tempo, insomma, fra l’uomo e i felini domestici la relazione è stata pratica, con poche eccezioni, come per esempio la società dell’Antico Egitto. Ma da qui a un rapporto profondo dal punto di vista sociale e affettivo, come quello che abbiamo instaurato con il cane, il passo non è semplice. Certo, nel corso dei millenni i gatti si sono diffusi dal Vicino Oriente all’Europa e all’Asia, e da lì nel resto del mondo, ma poco è cambiato a livello genetico. Di fatto, tutti i gatti moderni appartengono comunque alla stessa specie del Felis silvestris, al netto delle differenze dovute alla selezione delle diverse razze.
Insomma, pare che la domesticazione del gatto sia oggi ancora in corso, come potranno confermare tutti i proprietari che si trovano davanti a comportamenti a volte paradossali per un animale domestico. Le differenze con le loro controparti selvatiche sono minime dal punto di vista genetico, abbiamo visto, ma anche per quanto riguarda l’alimentazione e alcuni atteggiamenti sociali. D’altronde, se il gatto è un animale che si è addomesticato da sé, non dobbiamo neanche stupirci che ad un certo punto si sia anche fermato.